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Aree di intervento

Non puoi fermare le onde, ma puoi imparare a cavalcarle

– Joseph Goldstein

Depressione e Disturbi dell'umore

La terapia cognitivo-comportamentale è tra gli approcci più indicati ed efficaci per lavorare con i disturbi dell’umore.

I sintomi della depressione sono umore depresso o tristezza per la maggior parte del giorno, ridotta capacità di trarre piacere dalle attività che in passato procuravano gioia e soddisfazione, senso di fatica e sensazione di non farcela nelle attività quotidiane, sensi di colpa, autocritica, autosvalutazione e sensazione di essere un fallito, mancanza di speranza e pianto, pensieri negativi e idee di morte, irritabilità, difficoltà di concentrazione e a prendere decisioni, aumento o diminuzione di sonno e alimentazione, ridotto desiderio sessuale.

I pensieri negativi su di sé, sul mondo e sul futuro sono il fulcro del lavoro psicoterapeutico per la depressione. Fondamentale anche raggiungere una progressiva riattivazione a livello comportamentale, in quanto l’inattività tipica di questo disturbo è un importante fattore di mantenimento.

Gestione dello stress

Viviamo spesso secondo ritmi troppo frenetici e immersi in ambienti e situazioni che ci fanno sperimentare molto stress. Imparare a rallentare, a ritagliarsi uno spazio per sé e a focalizzarsi su cosa sia realmente importante potrà fare la differenza.

Disturbo Bipolare

Il disturbo bipolare invece è caratterizzato da un alternarsi di periodi depressivi e maniacali o ipomaniacali. I sintomi di una fase maniacale sono caratterizzati da buonumore eccessivo e inusuale, comportamenti molto disinibiti, facilità estrema a spendere del denaro, sensazione di elevata energia e infaticabilità, distraibilità e irritabilità, comportamenti aggressivi e impulsivi con gravi conseguenze sia lavorative che personali, aumento della velocità dei pensieri, ridotto bisogno di sonno, abuso di droghe (specialmente cocaina, alcool e farmaci).

Il lavoro più importante con il disturbo bipolare è inizialmente quello di psicoeducazione. Il paziente deve conoscere al meglio il suo disturbo, le sue fasi e come si può agire per prevenirle e contenerle. Questo aiuterà inoltre il paziente ad aderire in modo più costante alla terapia farmacologica, imprescindibile nel trattamento di questo disturbo.

Disturbi d'ansia

L’approccio cognitivo comportamentale è uno dei più efficaci per trattare i disturbi d’ansia. Si lavora per capire assieme il funzionamento del disturbo, i fattori precipitanti e di mantenimento per poi affrontare nuovamente le situazioni temute o evitate programmando delle esposizioni graduali.
Una parte importante della terapia riguarda il lavoro su pensieri e credenze disfunzionali che influenzano negativamente lo stato emotivo e il comportamento del paziente. Si imparano tecniche di rilassamento e si lavora anche sui fattori che hanno predisposto all’insorgere di questi disturbi e sulla prevenzione di ricadute future.

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Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC)

Questo disturbo è caratterizzato dalla presenza di ossessioni (pensieri o immagini intrusivi, automatici e indesiderati che si presentano alla mente della persona al di fuori del suo controllo) e compulsioni (comportamenti ripetitivi o rituali messi in atto con lo scopo di neutralizzare, fermare o eliminare le ossessioni e l’ansia che ne deriva).

Esistono vari tipi di ossessioni, ad esempio da contaminazione (“Ho toccato quella maniglia e potrei essermi infettato”), di controllo (“Avrò chiuso il gas? Se non fosse chiuso potrebbe esserci una fuga di gas e un’esplosione), aggressive (“Potrei fare del male a qualcuno”), sessuali (es. timore di essere gay o pedofilo), ecc.

Di conseguenza anche le compulsioni possono essere di vario tipo, come lavaggi, controlli ripetuti, preghiere, evitamenti, ecc.

Il DOC è un disturbo molto invalidante che, se non trattato, tende a cronicizzare. Si lavora inizialmente sul comprendere il funzionamento del disturbo e sui fattori che lo mantengono e che hanno contribuito alla sua insorgenza. Vengono insegnate al paziente molte tecniche per gestire le ossessioni ed eliminare le compulsioni, per riuscire a tollerare sempre di più l’ansia e l’angoscia e tornare ad affrontare nuovamente le situazioni temute.

Lutto Complicato

L’elaborazione del lutto è un processo molto delicato e personale, che ha bisogno di tempo e ognuno può avere tempi e modalità diverse, ma in alcuni casi la sofferenza permane per lungo tempo; la persona rimane intrappolata dentro a meccanismi ed emozioni disfunzionali e non riesce a ritornare alla sua vita di prima.

Determinati tipi di lutti aumentano la probabilità di incorrere in un lutto complicato, come ad esempio la morte di un figlio, di un bambino o una morte improvvisa e traumatica. Lo scopo del trattamento sarà quello di comprendere assieme cosa blocca l’elaborazione del lutto, per poi rielaborare l’esperienza traumatica e riuscire ad accettare quanto successo.

Difficoltà relazionali

Timore del giudizio, conflitti, atteggiamenti aggressivi oppure troppo passivi spesso complicano le relazioni con gli altri fino a diventare dei veri e propri pattern che creano circoli viziosi disfunzionali.

Riconoscere ed essere consapevoli dei propri schemi interpersonali è il primo passo importante da fare in terapia, per poi capire dove si sono imparati e come lavorarci per poter migliorare.

Disturbi psicosomatici e dolore cronico

Spesso le persone soffrono di disturbi fisici (es. acufeni, colon irritabile, dolori muscolari o articolari) anche se da un punto di vista medico non sono presenti delle patologie o delle problematiche particolari.

I protocolli cognitivo-comportamentali sono indicati nelle linee guida per il trattamento di questi disturbi, in quanto, quando gli esami medici sono negativi, spesso una delle componenti principali di esordio e mantenimento di queste problematiche è di tipo emotivo.

Molto utile per lavorare con questi disturbi sono i protocolli di Mindfulness e Act, che aiutano il pz a relazionarsi ai sintomi in modo più funzionale, ad accettarli meglio e a cambiare il focus attentivo orientandolo su azioni più utili ed efficaci.

Disturbo post-traumatico da stress

Il trauma è un’esperienza molto grave che altera l’equilibrio della persona e crea una specie di frattura tra la vita prima e dopo quell’evento. Possono esserci traumi che riguardano singoli eventi molto impattanti (incidenti, aggressioni, calamità naturali…) ma possono anche verificarsi una serie di esperienze traumatiche “minori”, ma ripetute nel tempo, che riguardano eventi emotivamente stressanti, che hanno un effetto cumulativo (es. essere sviliti, insultati, colpevolizzati, trascurati…) e colpiscono aree come l’autostima, il senso di valore personale e di autoefficacia.

L’approccio EMDR è uno degli approcci di elezione in questo campo. Tramite l’EMDR si rielabora quanto successo, in modo via via più funzionale finchè l’evento non disturberà più la persona nel presente. L’obiettivo è quello di ricollocare il passato nel passato e tornare a poter rivivere il presente in modo più sereno.

Si lavora anche su cognizioni disfunzionali ed evitamenti, con particolare attenzione anche a tecniche di rilassamento e tecniche corporee per agire anche su ipervigilanza e iperattivazione fisiologica, tipiche della risposta delle persone a eventi traumatici.